La ricerca scientifica è un elemento cardine per la crescita e lo sviluppo dei paesi evoluti. In Italia, invece, la ricerca pubblica è sempre più relegata al ruolo di Cenerentola. Infatti, i finanziamenti, già scarsi, sono diventati drammaticamente insufficienti a causa della politica miope e sconsiderata dei governi.
L’ultima ciliegina sulla torta ammuffita e indigesta confezionata dal Governo Berlusconi per gli affamati ricercatori italiani, è rappresentata dall’esito ancora ignoto della valutazione dei Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale (Prin) per l’anno 2008. La graduatoria finale è stata sottoposta alla firma del Ministro Gelmini il 23 dicembre scorso, ben 10 mesi oltre la scadenza del bando. Gli ottimisti erano convinti che la Gelmini, conscia del grave ritardo accumulato nel corso della valutazione dei progetti, avrebbe subito ratificato la graduatoria con una semplice firmetta. Macchè, dopo quasi un mese centinaia di gruppi di ricerca e migliaia di professionisti pendono ancora dalle labbra, pardon dalle mani, della Gelmini, senza sapere se potranno o meno avere le risorse necessarie per proseguire le loro ricerche.
In assenza di una seria programmazione si è costretti a vivere alla giornata, a danno della ricerca stessa. In questo drammatico frangente, cara Gelmini, che senso parlare di valutazione, merito o eccellenza? In queste condizioni, come si può pensare di competere con gli altri paesi?
La ricerca scientifica pubblica in Italia versa da anni in gravi condizioni. Per salvarla serve un fronte ampio e compatto formato non solo da docenti e ricercatori, ma anche da studenti, laureati e precari, che intraprenda azioni concrete volte a sensibilizzare opinione pubblica e classe politica, per ottenere riforme urgenti e condivise. Questo blog vuole essere una piattaforma propositiva di aggregazione e informazione per chi si rifiuta di assistere in silenzio ad un tracollo annunciato.