La ricerca scientifica pubblica in Italia versa da anni in gravi condizioni. Per salvarla serve un fronte ampio e compatto formato non solo da docenti e ricercatori, ma anche da studenti, laureati e precari, che intraprenda azioni concrete volte a sensibilizzare opinione pubblica e classe politica, per ottenere riforme urgenti e condivise. Questo blog vuole essere una piattaforma propositiva di aggregazione e informazione per chi si rifiuta di assistere in silenzio ad un tracollo annunciato.
giovedì 1 aprile 2010
Il cavaliere e l'elisir di lunga vita
Nel recente comizio di San Giovanni, Silvio Berlusconi ha solennemente annunciato che uno dei punti fondamentali del suo governo nei prossimi tre anni è quello di voler “vincere il cancro” (http://www.youtube.com/watch?v=veKkjOXAPAg). Il premier purtroppo non ha specificato chi e come dovrebbe portare avanti questa battaglia. Che abbia già contattato un santo redivivo capace di far miracoli ? O forse qualche factotum è già al lavoro per preparare una legge “contra malannum”? Non ha neppure chiarito con quali mezzi si dovrebbe compiere l'opera, visto che per sostenere la ricerca scientifica e i ricercatori di solito sono necessari finanziamenti veri e non i tagli drastici e indiscriminati attuati in questi ultimi anni da Tremonti & co. L'ultimo esempio è dato dei progetti di ricerca di interesse nazionale che per il 2008 hanno ricevuto uno stanziamento tardivo di 90 milioni di euro per le 14 aree disciplinari (33% in meno rispetto al 2002). Una miseria se confrontati ai 138 milioni di euro previsti per le spese della sola Camera dei Deputati nel 2010. Non a caso, per ricerca e sviluppo l’Italia investe circa l’1% del PIL ed è agli ultimi posti tra i 30 paesi membri dell'OCSE. In queste condizioni, annunciare di vincere il cancro è come promettere l’elisir di lunga vita: qualcosa che assomiglia molto agli slogan degli imbonitori nelle vecchie fiere paesane. E come spesso accade, c'è chi ci crede.
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