Pubblico volentieri il commento dell'ANDU sul surreale art. 11 del Decreto di Mussi che riguarda i requisiti qualificanti dei Corsi di laurea formativi . Il "docente equivalente" è l'ultima sorprendente "magia" che esce dal cappello a cilindri del Ministro. Anche in questo caso, dove sono i contenuti e gli aspetti culturali? Purtroppo sembrano messi in secondo piano, sopravanzati da regole e cifre decise a tavolino. E di valutazione, neanche a parlarne.
"La perla del "Docente Equivalente".
L'art. 11 del Decreto del Ministro Mussi sui Requisiti per i Percorsi Formativi riporta nell'allegato D quali sono i "requisiti qualificanti" dei Corsi di Laurea e Corsi di Laurea Magistrale ai fini della valutazione dei programmi proposti dagli atenei per il triennio 2007-2009 e, quindi, anche degli incentivi economici loro riservati. Tale allegato, nel precisare gli indicatori di qualità nei programmi degli atenei, elenca tra i criteri necessari: un rapporto "docenti equivalenti / totale docenti di ruolo" 0.8, assegnando al "docente equivalente" un peso 1 per i professori ordinari, peso 0.7 per i professori associati e peso 0.5 per i ricercatori.
In pratica vengono presi a riferimento i pesi relativi delle rispettive retribuzioni. Un tale criterio ci fa sorridere amaramente perche' come sempre si pongono vincoli burocratici definiti (a capocchia) a priori invece di andare a controllare a posteriori i risultati conseguiti. In pratica si prevede che un corso triennale possa essere definito "eccellente" se vi insegnano almeno 8 Ordinari e 4 Associati, ma non lo sia se ci sono 9 Associati e 3 Ordinari. Non parliamo poi dei corsi che impegnano diversi ricercatori, perche' basta che in un corso insegnino 5 di loro (e non sono pochi i corsi triennali in queste condizioni) per impedire comunque a priori qualunque aspirazione all'eccellenza.
Il Ministro pare non accorgersi che l'eccellenza non puo' essere associata a priori alle etichette, ma va verificata sul campo. Si accettano proposte di definizione di un "Ministro U.R. equivalente"."
La ricerca scientifica pubblica in Italia versa da anni in gravi condizioni. Per salvarla serve un fronte ampio e compatto formato non solo da docenti e ricercatori, ma anche da studenti, laureati e precari, che intraprenda azioni concrete volte a sensibilizzare opinione pubblica e classe politica, per ottenere riforme urgenti e condivise. Questo blog vuole essere una piattaforma propositiva di aggregazione e informazione per chi si rifiuta di assistere in silenzio ad un tracollo annunciato.
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