Sul sito Solidali con voi (http://solidaliconvoi2008.blogspot.com/) potrete leggere la lettera di solidarietà nei confronti dei docenti delle Sapienza messi "al rogo" dalla campagna inquisitoria politico-mediatica. Chi è d'accordo può mandare la sua adesione via e-mail all'indirizzo: solidaliconvoi@libero.it.
A differenza della petizione rivolta al presidente Napolitano, le adesioni sono "riservate" a tutti i docenti e ricercatori di ruolo e precari italiani che lavorano nelle università e nei centri di ricerca, anche all'estero.
Fino ad oggi sono state raccolte più di mille adesioni!
La ricerca scientifica pubblica in Italia versa da anni in gravi condizioni. Per salvarla serve un fronte ampio e compatto formato non solo da docenti e ricercatori, ma anche da studenti, laureati e precari, che intraprenda azioni concrete volte a sensibilizzare opinione pubblica e classe politica, per ottenere riforme urgenti e condivise. Questo blog vuole essere una piattaforma propositiva di aggregazione e informazione per chi si rifiuta di assistere in silenzio ad un tracollo annunciato.
1 commento:
Se anche Ratzinger dovesse sotenere che il processo a Galileo del 1633 annus domini (!) è stato ‘ragionevole e giusto’, meriterebbe una risata. Non una lettera di protesta. La risata in questo caso se la fanno in Vaticano. Non credo pertanto che la protesta dei docenti fosse necessaria, così come non credo fossero necessarie le scuse del precedente Papa, a nome della Santa Romana Chiesa, proprio per il medesimo processo e condanna inflitta a Galileo quattro secoli fa.
Il pensiero e i discorsi del Papa non dovrebbero allarmare i non credenti (come il sottoscritto). Non è certamente colpa della dottrina della Chiesa se la maggioranza degli studenti italiani, sulla base di un recente sondaggio, non sa che la terra ruota intorno al sole. Si potrebbe forse dire che la responsabilità sia più dei professori che dei cardinali. E magari potremo anche domandarci come mai i nostri migliori scienziati si trovino tutti o quasi all’estero, in Università dalle quali vincono i premi Nobel.
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