Lo scorso 12 settembre 2007, i Ministri Mussi e Padoa-Schioppa hanno presentato alla Conferenza dei Rettori, il loro "Patto per l'Università e la Ricerca" firmato il 2 agosto scorso. Sembra che l'obiettivo sia quello di sostenere e rilanciare il sistema dell'Università e della Ricerca italiano. Il 5% dei fondi andranno alle università in cambio di uno stop agli sprechi e di una migliore qualità di didattica e ricerca. Commentano i Ministri: " è giunto il momento di proporre un Patto per l'Università che consenta una programmazione di medio periodo delle dotazioni finanziarie in un quadro in cui siano chiari gli obiettivi da perseguire e gli incentivi per elevare la qualità della didattica e l'efficacia della ricerca". Belle parole, condivisibili, ma occorrerà verificare nella pratica quali saranno le modalita per attuarlo e quali saranno i risultati. Speriamo che non si tratti dell'ennesimo proclama che viene poi disatteso. Purtroppo, leggendo i documenti disponibili, colpisce che nel patto non siano contemplati interventi concreti di finanziamento a favore della ricerca pubblica. Un tragico lapsus?
Non è la prima volta che Mussi utilizza la parola "patto". Il 20 settembre 2006, a Trieste aveva lanciato il un "patto di solidarietà" che si proponeva di finanziare l'assunzione di giovani ricercatori con il congelamento per tre anni degli scatti stipendiali dei professori!
Un'ultima considerazione. Patto significa:accordo, convenzione, trattato, trattativa, intesa, alleanza, contratto, concordato, negoziato. Un patto per essere tale deve essere stipulato in pieno accordo tra le parti. Non mi sembra che la controparte più importante, ovvero docenti e ricercatori, sia stata consultata. Se Mussi vuole attuare provvedimenti veramente risolutivi a favore della ricerca scientifica, deve instaurare un dialogo produttivo con la "base", ovvero con chi fa didattica e ricerca nelle Università e negli Enti pubblici.
La ricerca scientifica pubblica in Italia versa da anni in gravi condizioni. Per salvarla serve un fronte ampio e compatto formato non solo da docenti e ricercatori, ma anche da studenti, laureati e precari, che intraprenda azioni concrete volte a sensibilizzare opinione pubblica e classe politica, per ottenere riforme urgenti e condivise. Questo blog vuole essere una piattaforma propositiva di aggregazione e informazione per chi si rifiuta di assistere in silenzio ad un tracollo annunciato.
Nessun commento:
Posta un commento