lunedì 28 ottobre 2013

VQR, o meglio RQV: una valutazione alla rovescia, mentre la Carrozza tace.

Il Ministro Carrozza purtroppo non ha replicato alla mia lettera aperta pubblicata su "Europa online" (http://www.europaquotidiano.it/2013/05/13/il-villaggio-dei-dannati-della-ricerca-in-italia-lettera-aperta-al-ministro-carrozza/) e considerando che si tratta del giornale del suo partito, lasciatemi dire che questo suona alquanto strano: una replica, anche minima non si nega a nessuno, specialmente se viene da un collega. Che forse io non sia considerato un interlocutore serio?
Nella lettera alla Carrozza discutevo le preoccupazioni di buona parte del mondo accademico e della ricerca, per le ricadute negative generate dal nuovo sistema di reclutamento e progressione delle carriere basato su rigidi criteri bibliometrici, messo in piedi dall'Anvur. Un sistema automatico che tende a premiare la quantità, spesso a scapito della qualità, favorendo una meritocrazia alla rovescia. Peccato, avremmo gradito almeno un piccolo segnale. Nel lontano 2007, al contrario, sulle pagine di Europa altri più noti esponenti del suo partito (Veltroni, Letta, Bindi e Modica) avevano risposto puntualmente ad una nostra iniziativa che chiedeva ai papabili segretari del neo-Pd quali interventi avrebbe portato avanti sul fronte Università e Ricerca.
Gli interventi si possono leggere ai seguenti link
http://salvarelaricerca.blogspot.it/2007/10/cos-il-pd-sosterr-la-ricerca-di-walter.html
http://salvarelaricerca.blogspot.it/2007/10/ricerca-cos-non-basta-di-rosy-bindi.html
http://salvarelaricerca.blogspot.it/2007/09/la-risposta-di-enrico-letta-al-nostro.html
http://salvarelaricerca.blogspot.it/2007/09/la-risposta-di-luciano-modica.html
http://salvarelaricerca.blogspot.it/2007/10/basta-parole-adesso-servono-i-fatti-di.html
Purtroppo, i risultati della recente VQR 2004-2010, che aveva l'obiettivo di valutare le strutture di ricerca con i loro prodotti, non fanno altro che confermare le nostre preoccupazioni. Infatti, si sono generate aberrazioni e contraddizioni evidenti, dimostrando che anche in questo caso la metodologia utilizzata dall’Anvur per valutare i prodotti è fallimentare. E’ sotto gli occhi di tutti il caso clamoroso del punteggio medio conseguito dall’ateneo di Messina che risulta superiore a quello del Politecnico di Milano.
Tra l'altro, chi svolge ricerca scientifica sa bene che per valutare adeguatamente il lavoro di una struttura dipartimentale o di un ente di ricerca è necessario considerare tutti i suoi prodotti e non solo una minima parte che può non essere rappresentativa del totale, come è accaduto per la VQR 2004-2010.
Come è stato possibile concepire e utilizzare dei meccanismi valutativi così aberranti, sia per le abilitazioni nazionali che per la VQR? Dei meccanismi che fanno un uso improprio della valutazione e che all’estero appaiono chiaramente inattendibili. Viene da sospettare che tutto ciò che non sia il frutto di una banale svista, di un errore fatto dai soliti inconsapevoli burocrati, ma che al contrario rappresenti il risultato aberrante di una logica furbesca finalizzata a confezionare valutazioni “telecomandate” e favorevoli solo per certi gruppi di potere politico-accademico.
Molti di noi sperano ardentemente che il Ministro Carrozza voglia a correggere questo sistema, per arrivare a dei metodi di valutazione dei ricercatori e della ricerca riconosciuti a livello internazionale, basati su qualità, etica e responsabilità. Allo scopo identificare veramente sul merito, smascherando le sacche di improduttività, con buona pace dell’Anvur e dei suoi fallaci sistemi.
Le prime dichiarazioni del Ministro sembravano incoraggianti, ma concretamente per ora all'orizzonte non si intravede alcun sostanziale cambiamento di rotta.