sabato 3 gennaio 2015

La valutazione della ricerca e le nozze coi fichi secchi

Quale botanico potrebbe mai pensare di valutare le potenzialità di sviluppo di piante di edera lasciandole crescere nel deserto del Sahara? Quale premiata scuderia di Formula 1 eseguirebbe dei test di velocità di un nuovo prototipo in un circuito dal manto stradale dissestato? Sarebbe sicuramente più saggio e redditizio fornire alle piante le adeguate risorse nutrizionali e il giusto ambiente, così come eseguire i test di velocità su di un manto stradale in perfette condizioni.
Traslando questi esempi lapalissiani al campo della valutazione della ricerca scientifica, il buon senso vorrebbe che prima di valutare i ricercatori, e le ricerche che questi svolgono, lo stato dovrebbe garantire loro la possibilità di accedere a finanziamenti degni di questo nome.
Ma quello che è ovvio per noi poveri mortali, non sembra esserlo per l'Agenzia Nazionale di Valutazione di Università e Ricerca (ANVUR). Senza entrare nel merito di un sistema di valutazione che finora ha mostrato i suoi enormi limiti producendo spesso valutazioni falsate e risultati paradossali, l'ANVUR è stata istituita allo scopo di riconoscere e premiare il merito e l'eccellenza. Ma ora l'Agenzia si trova a svolgere questo compito in un terribile momento storico, il peggiore di sempre, caratterizzato dall'azzeramento dei finanziamenti pubblici. In condizioni ambientali così avverse, negli ultimi anni il lavoro dei ricercatori è stato chiaramente compromesso e molti laboratori sono vicini al collasso. Inoltre, in scarsità di risorse si è scatenata una esasperata competizione che, lungi dall'avere risvolti positivi, tende a premiare i gruppi accademicamente più forti, non necessariamente i migliori, cancellando quella variabilità culturale e scientifica determinante per lo sviluppo della conoscenza.
Purtroppo, l'ANVUR non si dimostra disposta all'autocritica e di questo passo finirà per fare le classiche "nozze coi fichi secchi" rendendo inutile, o a dir peggio dannoso il lavoro svolto finora.
.
Non sarebbe stato più serio e utile, se prima di dare inizio ai cerimoniali della valutazione si fosse pianificata una programmazione a lungo termine con lo stanziamento di risorse ageduate per finanziare la ricerca? Oppure il vero e unico scopo dell'Agenzia è quello di selezionare nuove specie di "ricercatori mutanti" resistenti agli ambienti ostili e capaci di lavorare e produrre in assenza di risorse? Che sia questa la novità, il risultato degli esperimenti dell'abominevole dottor ANVUR, la grande prospettiva per lo sviluppo della ricerca e della conoscenza nel nostro paese?
Ci auguriamo vivamente di no, perchè dopo aver toccato il fondo università e ricerca dovranno risollevarsi. Tutti siamo chiamati per collaborare a questo scopo, altrimenti sarà il tracollo definitivo del nostro paese.
E come conclude Gennaro Iovine (Eduardo De Filippo) in "Napoli Milionaria" prima che cali il sipario: Ha da passà 'a nuttata.