sabato 26 settembre 2009

Bravo Carlo Fiocchi: finalmente qualcuno denuncia il malcostume che vige nel nostro paese per la valutazione dei progetti di ricerca.

Il Professor Claudio Fiocchi si è dimesso da valutatore dei progetti di ricerca Prin dell’area di Medicina dopo aver ricevuto forti pressioni dagli stessi responsabili dei progetti che avrebbe dovuto giudicare. Il compito di Fiocchi doveva rimanere anonimo secondo quelle che sono le norme del Prin, ma così non è stato, c'è stata una soffiata; bene ha fatto il nostro collega a denunciare l'accaduto e a dimettersi appena ricevute le pressioni.

Io sto dalla parte di Fiocchi, anche se c'è chi ha idee diverse in merito ed esprime critiche a mio parere surreali (http://occhichesannoguardare.myblog.it/archive/2009/09/24/la-dannosa-ed-inutile-denuncia-del-prof-fiocchi.html).

Quella che Fiocchi ha vissuto in prima persona sembra essere una prassi consolidata in molti settori nell'ambito dei progetti ministeriali Prin (Medicina in primis). Da vari anni con lettere e petizioni abbiamo cercato di portare alla luce dei vari ministri difetti e magagne che affliggono la valutazione dei progetti scientifici finanziati dal Ministero, proponendo dei correttivi, ma a poco è valso (vedi precedenti post di questo blog). L'anno scorso su Panorama è anche uscito un articolo dove con alcuni colleghi avevamo messo insieme degli aneddoti sulle gravi pecche del sistema Prin, cercando di sensibilizzare il ministero, con scarsi risultati (http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2008/10/31SI45036.PDF).

Girava la voce che alcuni ricercatori avessero facoltà di dirottare i propri programmi a valutatori benevoli per ottenere giudizi addomesticati, ma non c'erano prove. Si tratta di una prassi disonesta che avvantaggia alcuni a danno di altri, dove non si parte tutti alla pari e il merito viene calpestato. Questa volta, però, il delirio di onnipotenza di certi accademici "furbetti" è stato frustrato, non immaginavano di dover fare i conti con l'onestà e la correttezza di Fiocchi. Ma quanti altri, invece, nel corso degli anni hanno lasciato correre?

Una brutta storia dove è possibile che siano coinvolti i garanti dell’area di Medicina, qualche "talpa" del Ministero, oppure entrambi. Leggiamo che la Gelmini aprirà un’inchiesta sull’accaduto (perché solo dopo l’articolo di Repubblica e non un mese fa quando Fiocchi scrisse al Ministero?). Speriamo che dopo le prime levate di scudi tutto non venga insabbiato, secondo le consuetudini di questa italia berlusconiana, speriamo che si facciano i nomi e i colpevoli siano sbugiardati.

Oggi molti politici e accademici si sciacquano la bocca con parole come valutazione e merito; purtroppo si tratta solo di atteggiamenti di facciata, perchè molti di essi finora hanno favorito e praticato solo nepotismo, clientelismo e familismo. La denuncia di Fiocchi dimostra che in Italia è sempre più è necessaria un’agenzia che applichi criteri di valutazione internazionalmente riconosciuti. Ma chi ci garantisce che i componenti di questa agenzia si comporteranno correttamente? Se si vuole cambiare veramente, a mio parere la valutazione di programmi scientifici e concorsi non dovrà essere affidata ai soliti noti "esperti" caserecci, ma appaltata ad arbitri stranieri, non perchè più bravi o più belli, ma solo più indipendenti e avulsi da inciuci e malcostume delle lobbies politico-accademiche nostrane; quegli inciuci e quel malcostume denunciati da Fiocchi. Un decennio di tale pratica potrebbe contribuire a ripristinare un senso etico e di responsabilità nel mondo accademico e della ricerca.

domenica 26 luglio 2009

Gli atenei virtuosi della Gelmini

Arrivano gli Atenei virtuosi! ll cosiddetto pacchetto universita' presentato da Mariastella Gelmini e approvato dal Consiglio dei ministri stabilisce una graduatoria degli Atenei virtuosi che si spartiranno un fondo premiale di circa 525 milioni di euro.

Potrei sbagliarmi, ma temo che in questa “valutazione” abbiano avuto un forte peso gli indici economici. Ad una prima occhiata mi sembra che in particolare vengano premiati gli Atenei medio-piccoli con meno personale, quelli che per la spesa dedicata agli stipendi si sono tenuti al di sotto del 90% del fondo di finanziamento ordinario (FFO). In questo modo si arriva all’assurdo di penalizzare Facoltà o Dipartimenti di valore, solo perché appartenenti ad Atenei in media più spendaccioni di altri.

Per quanto riguarda la didattica, anche qui ho qualche perplessità. Un criterio preso in considerazione è stato il numero di studenti iscritti al secondo anno che hanno superato almeno i due terzi degli esami. In questo modo però vengono promosse le università-esamifici dove è più facile superare gli esami, mentre le più selettive risultano didatticamente scarse. Si è deciso inoltre di premiare gli Atenei i cui studenti hanno trovato un lavoro entro i tre anni dal conseguimento della laurea. L’assunzione, competamente sbagliata, è che trovare lavoro in Italia è funzione esclusiva del valore del laureato, completamente indipendente dalle condizioni socio-economiche di una data regione o da altre “variabili” più caserecce.

E’ ancora poco chiaro quali siano stati i criteri di valutazione della ricerca e delle pubblicazioni scientifiche, anche se si legge che sono stati presi in considerazioni i giudizi del Civr.

Insomma, mi sbaglierò, ma al momento queste classifiche sembrano frutto di un lavoro estemporaneo, approssimativo e poco meditato che ha prodotto stime inesatte. A mio parere, piuttosto che interi Atenei, spesso molto eterogenei al loro interno, sarebbe più corretto valutare le singole Facoltà o i singoli Dipartimenti.

domenica 12 aprile 2009

Solidarietà per la popolazione abruzzese colpita dal terremoto.

Approfitto dello spazio di questo blog per esprimere il mio più profondo cordoglio e la mia solidarietà per la tragedia che ha colpito la popolazione dell'Aquila e degli altri paesi limitrofi. E' importante che tutti diano il loro, anche minimo, contributo per aiutare l'Abruzzo e le tante famiglie che in pochi atroci attimi hanno perso tutto.

mercoledì 25 marzo 2009

Appello

Firmate l'appello indirizzato dai docenti univeristari al Presidente del Consiglio.


CHIEDIAMO LE SCUSE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Il Presidente del Consiglio, on. Silvio Berlusconi, ha di nuovo rivolto espressioni gravemente ingiuriose contro l'Università italiana e contro il suo corpo docente. L'Università, nel giudizio espresso dall'on. Berlusconi, non sarebbe altro che "un ammortizzatore sociale" e un covo di intrighi nepotisti. Purtroppo espressioni siffatte non sono nuove, e da molti mesi le abbiamo sentite ripetere con arroganza, nel quadro di una squallida campagna denigratoria condotta dall'attuale Esecutivo contro il sistema scolastico e universitario, con l'ausilio di media compiacenti. Tale campagna offende la verità dei fatti e unicamente risponde al desiderio di far giustizia sommaria della ricerca, della cultura e di ogni pensiero critico, in spregio dell'avvenire del paese e di quello delle giovani generazioni. Noi, docenti delle Università italiane e cittadini della Repubblica, siamo qui pertanto a chiedere formalmente al Presidente del Consiglio di adottare toni più consoni all'autorità da lui rivestita e di rivolgerci le sue scuse.
Nessuno di noi discute la possibilità di migliorare le prestazioni del sistema universitario italiano sul piano dell'insegnamento e della ricerca, di utilizzare più razionalmente le risorse e di perfezionare i difettosi meccanismi di reclutamento dei docenti, peraltro disposti dal Parlamento e dal governo. Respingiamo tuttavia con fermezza una campagna di calunnie volgare e di totale infondatezza. Malgrado la notissima insufficienza dei fondi a disposizione, che ci colloca agli ultimi posti tra i paesi industrializzati, per noi parlano sia la considerazione di cui gode la ricerca italiana nel confronto con le altre realtà europee ed extraeuropee, sia la qualità internazionalmente accertata dei laureati nei nostri atenei. Da anni molti di noi denunciano le manchevolezze del nostro sistema universitario, reclamano appropriate misure di riforma e con impegno si adoperano per garantire la funzionalità degli Atenei. In ogni caso, ci preme ricordare all'on. Berlusconi che la reputazione internazionale degli studiosi e delle strutture di ricerca italiane, specie quelle pubbliche - sul piano della qualità scientifica e su quello della moralità - è alquanto più elevata di quella di cui godono il sistema politico e il sistema imprenditoriale.
Aspettiamo dunque le sue scuse, signor Presidente del Consiglio.

Angelo d'Orsi (Storia del pensiero politico, Università di Torino)
Alfio Mastropaolo (Scienza politica, Università di Torino)

Berlusconi attacca l’Università

Silvio Berlusconi ha recentemente dichiarato alla stampa: “Ogni professore ha il figlio, il cugino, l'amico del figlio, il cognato che ha la cattedra con l'invenzione di un corso di laurea". Da che pulpito, proprio lui noto per aver piazzato in posti strategici parenti e amici. Ricordate l’ascesa di Previti, da avvocato di fiducia del cavaliere a Ministro della Difesa nel 1994, poi condannato per corruzione?

Nepotismo e corruzione esistono nell'ambiente accademico e sono da perseguire, ma non si tratta di mali esclusivi dell’università, purtroppo hanno infettato ogni ambito di questo il paese, soprattutto la politica. E 'doveroso ricordare che negli atenei italiani esistono anche professionalità ed eccellenza, ma non fanno notizia perché una buona fetta di stampa è alla ricerca affannosa dello scandalo e dei fenomeni patologici. E' luogo comune che i famosi “cervelli” siano costretti a espatriare perché discriminati dai docenti; in realtà molti di loro rimarrebbero volentieri e fuggono o non ritornano perché in Italia fanno la fame, a causa della mancanza di fondi.

Le parole di Berlusconi sono parte di un disegno diffamatorio indiscriminato ai danni dell’università, sostenuto anche da molti massmedia, per giustificare i tagli e gli altri interventi del governo. Così si criminalizzano tutti. Così il mondo accademico diventa un informe “blob” di baronia e corruzione che ingurgita tutti, anche i tanti professionisti seri che lavorano in cronica carenza di finanziamenti adeguati e all’università non hanno avuto mai nemmeno un bisnonno bidello.

E alla fine, chissà come, nepotisti e fannulloni rimangono sempre al loro posto e le lobbies accademiche legate alla politica continuano a fare il bello e cattivo tempo. E’ un grande gioco delle parti dove le persone serie e oneste hanno quasi sempre la peggio. Non c’è da stare molto allegri.

venerdì 9 gennaio 2009

Ecco la legge Gelmini-Giavazzi: solo fumo negli occhi!

La legge Gelmini è stata approvata ieri; come molti sanno si tratta di una serie di norme suggerite in gran parte dall'economista della Bocconi Giavazzi. Quante "menti" per partorire delle misure che non incideranno affatto sul "tasso etico" dell'università e dei per i concorsi e che non favoriranno il merito. Si tratta di una legge farsa, molto fumo negli occhi, una serie di interventi che mirano solo a fare cassa. Vi consiglio di leggere i seguenti commenti:

http://www.economiaepolitica.it/index.php/universita-e-ricerca/gli-errori-de
lla-gelmini-giavazzi-sui-concorsi-universitari/

http://www.stampa.cnr.it/RassegnaStampa/09-01/090109/KE8RX.tif

http://www.economiaepolitica.it/index.php/universita-e-ricerca/luniversita-c
he-piace-a-confindustria/