mercoledì 25 marzo 2009

Appello

Firmate l'appello indirizzato dai docenti univeristari al Presidente del Consiglio.


CHIEDIAMO LE SCUSE DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Il Presidente del Consiglio, on. Silvio Berlusconi, ha di nuovo rivolto espressioni gravemente ingiuriose contro l'Università italiana e contro il suo corpo docente. L'Università, nel giudizio espresso dall'on. Berlusconi, non sarebbe altro che "un ammortizzatore sociale" e un covo di intrighi nepotisti. Purtroppo espressioni siffatte non sono nuove, e da molti mesi le abbiamo sentite ripetere con arroganza, nel quadro di una squallida campagna denigratoria condotta dall'attuale Esecutivo contro il sistema scolastico e universitario, con l'ausilio di media compiacenti. Tale campagna offende la verità dei fatti e unicamente risponde al desiderio di far giustizia sommaria della ricerca, della cultura e di ogni pensiero critico, in spregio dell'avvenire del paese e di quello delle giovani generazioni. Noi, docenti delle Università italiane e cittadini della Repubblica, siamo qui pertanto a chiedere formalmente al Presidente del Consiglio di adottare toni più consoni all'autorità da lui rivestita e di rivolgerci le sue scuse.
Nessuno di noi discute la possibilità di migliorare le prestazioni del sistema universitario italiano sul piano dell'insegnamento e della ricerca, di utilizzare più razionalmente le risorse e di perfezionare i difettosi meccanismi di reclutamento dei docenti, peraltro disposti dal Parlamento e dal governo. Respingiamo tuttavia con fermezza una campagna di calunnie volgare e di totale infondatezza. Malgrado la notissima insufficienza dei fondi a disposizione, che ci colloca agli ultimi posti tra i paesi industrializzati, per noi parlano sia la considerazione di cui gode la ricerca italiana nel confronto con le altre realtà europee ed extraeuropee, sia la qualità internazionalmente accertata dei laureati nei nostri atenei. Da anni molti di noi denunciano le manchevolezze del nostro sistema universitario, reclamano appropriate misure di riforma e con impegno si adoperano per garantire la funzionalità degli Atenei. In ogni caso, ci preme ricordare all'on. Berlusconi che la reputazione internazionale degli studiosi e delle strutture di ricerca italiane, specie quelle pubbliche - sul piano della qualità scientifica e su quello della moralità - è alquanto più elevata di quella di cui godono il sistema politico e il sistema imprenditoriale.
Aspettiamo dunque le sue scuse, signor Presidente del Consiglio.

Angelo d'Orsi (Storia del pensiero politico, Università di Torino)
Alfio Mastropaolo (Scienza politica, Università di Torino)

Berlusconi attacca l’Università

Silvio Berlusconi ha recentemente dichiarato alla stampa: “Ogni professore ha il figlio, il cugino, l'amico del figlio, il cognato che ha la cattedra con l'invenzione di un corso di laurea". Da che pulpito, proprio lui noto per aver piazzato in posti strategici parenti e amici. Ricordate l’ascesa di Previti, da avvocato di fiducia del cavaliere a Ministro della Difesa nel 1994, poi condannato per corruzione?

Nepotismo e corruzione esistono nell'ambiente accademico e sono da perseguire, ma non si tratta di mali esclusivi dell’università, purtroppo hanno infettato ogni ambito di questo il paese, soprattutto la politica. E 'doveroso ricordare che negli atenei italiani esistono anche professionalità ed eccellenza, ma non fanno notizia perché una buona fetta di stampa è alla ricerca affannosa dello scandalo e dei fenomeni patologici. E' luogo comune che i famosi “cervelli” siano costretti a espatriare perché discriminati dai docenti; in realtà molti di loro rimarrebbero volentieri e fuggono o non ritornano perché in Italia fanno la fame, a causa della mancanza di fondi.

Le parole di Berlusconi sono parte di un disegno diffamatorio indiscriminato ai danni dell’università, sostenuto anche da molti massmedia, per giustificare i tagli e gli altri interventi del governo. Così si criminalizzano tutti. Così il mondo accademico diventa un informe “blob” di baronia e corruzione che ingurgita tutti, anche i tanti professionisti seri che lavorano in cronica carenza di finanziamenti adeguati e all’università non hanno avuto mai nemmeno un bisnonno bidello.

E alla fine, chissà come, nepotisti e fannulloni rimangono sempre al loro posto e le lobbies accademiche legate alla politica continuano a fare il bello e cattivo tempo. E’ un grande gioco delle parti dove le persone serie e oneste hanno quasi sempre la peggio. Non c’è da stare molto allegri.