venerdì 10 febbraio 2012

Petizione per eliminare i vincoli alla partecipazione di PRIN E FIRB

La ricerca è una delle cinque misure per crescere del governo Monti, ma l’incipit del Ministro Profumo con i nuovi bandi PRIN E FIRB non sembra dei migliori.
Il 27 dicembre scorso sono stati resi pubblici dal MIUR due bandi per il finanziamento della ricerca scientifica: Il PRIN e il FIRB-giovani. Il bando PRIN è stato poi modificato il 12 gennaio 2012. Tali bandi presentano sostanziali novità rispetto a quelli degli anni passati e malgrado le recenti modifiche al PRIN, le novità rischiano di soffocare la ricerca di base, e in particolare quella più originale e innovativa. Proveremo ad elencarne gli aspetti che non convincono chi la ricerca la conosce e la svolge da anni.
Nel bando PRIN 2010-2011 è stato introdotto un vincolo che definisce un numero minimo di unità per ogni progetto; inizialmente si trattava di 5 unità per tutte le aree disciplinari, poi, nel nuovo bando del 12 gennaio 2012, il vincolo è stato ridotto a 2 unità per molte aree, ma non per altre tra cui quelle biologica e medica. Non capiamo il perché di questa differenziazione tra aree e ci chiediamo come mai un progetto debba essere svolto da almeno 5 unità di ricerca per essere ritenuto valido. Sarebbe come dire che d'ora in poi in Italia tutti i musicisti devono suonare solo in orchestre! Il vincolo delle 5 unità pone seri limiti alla partecipazione e se non sarà eliminato, si premieranno solo i filoni di ricerca rappresentati da un numero elevato di ricercatori, escludendo studi di assoluta eccellenza che hanno il solo demerito di essere svolti da uno o pochi gruppi italiani, ma che rappresentano ricerche di punta a livello internazionale. Se il vincolo delle 5 unità fosse stato applicato alle più importanti ricerche di biologia pubblicate negli ultimi anni, alcune delle quali premiate dal Nobel, nessuna di queste sarebbe stata ammessa al PRIN attuale. Infine, in soli due mesi è molto difficile aggregare 5 unità in un serio programma di ricerca; si incentiverà l’aggregazione artificiosa dei ricercatori in cordate disomogenee nate al solo scopo di partecipare al bando e che poco hanno a che fare con veri programmi collaborativi in cui le competenze dei partecipanti sono complementari e sinergiche.
La proposta procedura di selezione dei programmi ci lascia ancora più perplessi. La selezione non è più affidata al MIUR ma agli Atenei, che sono però tenuti a selezionare un numero limitato di programmi (circa uno ogni 100 docenti in ruolo). Non vi è dubbio che ciò penalizzerà fortemente i Dipartimenti e gli Atenei che possiedono numerosi gruppi di eccellenza. Sarebbe quindi ragionevole abolire questo vincolo oppure lasciare agli Atenei una più ampia possibilità di selezione.
Anche nel bando FIRB-giovani ci sono numerosi vincoli che ne limitano fortemente l’efficacia. In primo luogo, ogni progetto deve essere svolto da almeno 3 gruppi di ricerca tutti coordinati da un giovane ricercatore. Questo limite di 3 gruppi è molto difficile da raggiungere e riflette più un caso favorevole che il vero merito scientifico. Inoltre, ogni Ateneo può presentare un programma FIRB-giovani per ogni 200 docenti in organico, ma ben più grave è il limite delle pubblicazioni. Per accedere al FIRB, i giovani non strutturati (borsisti e assegnisti) fino a 32 anni devono avere almeno 5 pubblicazioni, i non strutturati da 33 a 36 anni, 10 pubblicazioni, e gli strutturati (ricercatori o professori associati) sotto i 40 anni almeno 15 pubblicazioni. Tuttavia, non si fa menzione né della qualità delle pubblicazioni, né della posizione dei giovani ricercatori tra gli autori delle stesse. In particolare, non si tengono in alcuna considerazione gli indici bibliometrici che stimano le pubblicazioni e le riviste dove esse appaiono. Tenere conto solo del numero delle pubblicazioni senza considerarne la qualità può causare esiti paradossali. Ad esempio, un ricercatore universitario di 33 anni, assunto a tempo indeterminato, sarebbe escluso pur avendo 10 pubblicazioni su riviste prestigiose, mentre un assegnista trentaseienne verrebbe ammesso con 10 pubblicazioni su riviste minori.
Auspichiamo che il Ministro Profumo apporti ulteriori correttivi ai bandi PRIN e FIRB-giovani. Se questo non avverrà, si verificheranno due fatti fortemente negativi. I giovani privilegeranno la quantità alla qualità, sfornando il maggior numero possibile di pubblicazioni senza curarsi del loro reale valore scientifico. I meno giovani, che hanno finora lavorato con entusiasmo e produttività ottenendo risultati originali pubblicati su ottime riviste, saranno invece costretti ad arrangiarsi, rivedendo la loro attività e orientandosi verso ricerche che permettano l’accesso ad un PRIN a 5. Tutto ciò, contribuirà ad indebolire la ricerca italiana, già in forte difficoltà per la cronica scarsità di fondi, con gravi ripercussioni sullo sviluppo culturale e tecnologico del nostro paese.
Giudo Barbuiani
Presidente dell’Associazione Genetica Italiana
Ordinario di Genetica
Dipartimento di Biologia ed Evoluzione
Università di Ferrara

Maurizio Gatti
Ordinario di Genetica
Dipartimento di Biologia e Biotecnologie
Università Sapienza

Patrizio Dimitri
Associato di Genetica
Dipartimento di Biologia e Biotecnologie
Università Sapienza
[Deviare]

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