venerdì 16 maggio 2014

La triste storia di AVA e del fattore Kr, ovvero: quand'è che l'ANVUR la smetterà di dare i numeri?

Per quelli che negli anni '60 guardavano Carosello (bei tempi...), la parola AVA evoca la famosa reclam di Calimero, il pulcino piccolo e nero: AVA come lava! Mentre agli appassionati di cinema americano hollywoodiano viene subito in mente la bella Ava Gardner.
Attenzione, niente di tutto ciò, l'AVA in voga di questi tempi è qualcosa di molto più serio: è nientepopodimeno che l'acronimo di Autovalutazione, Valutazione periodica, Accreditamento. Sul sito dell'Agenzia Nazionale di Valutazione di Università e Ricerca (ANVUR) si legge che AVA è "un sistema di accreditamento iniziale e periodico dei corsi di studio e delle sedi universitarie, della valutazione periodica della qualità, dell’efficienza e dei risultati conseguiti dagli atenei e il potenziamento del sistema di autovalutazione della qualità e dell’efficacia delle attività didattiche e di ricerca delle università. L’ANVUR ha il compito di fissare metodologie, criteri, parametri e indicatori per l’accreditamento e per la valutazione periodica". Perbacco: quanti e quali contenuti si possono nascondere dietro un semplice acronimo!
A proposito di AVA, in una comunicazione apparsa il 12 maggio scorso nel sito della ormai mitica agenzia di valutazione viene comunicato quanto segue (http://www.anvur.org/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=47&Itemid=362&lang=it):
Pubblichiamo oggi nella sezione AVA/documenti la tabella con i valori del fattore correttivo Kr per ciascun ateneo. Come descritto nel DM 1059/2013 Allegato B, il fattore Kr corregge in senso moltiplicativo l’indicatore relativo alla quantità massima di didattica assistita (DID). Ai fini del calcolo le università sono state divise in grandi, medie e piccole secondo il numero di prodotti attesi. All’interno di ciascun gruppo sono stati calcolati i quartili della distribuzione dell’indice di miglioramento, calcolato in base alla differenza percentuale tra l’indicatore finale VQR ed il peso dell’Università sul proprio gruppo in termini di prodotti attesi. Alle università appartenenti al primo quartile della distribuzione, per ciascun gruppo, viene attribuito il valore massimo del fattore correttivo Kr (Kr = 1,2), per quelle nel secondo quartile il valore Kr = 1,1 , mentre per le altre università Kr=1. Quindi il Fattore Kr non riduce mai il valore del DID.
L'ANVUR ci ricorda così che il fattore Kr serve per correggere l'indicatore DID della didattica assitita che comprende tutte le forme di didattica diverse dallo studio individuale erogabile. Il DID di un ateneo, per chi non lo sapesse, è definito dalla seguente formula: DID = (120 x Nprof + 90 x Npdf +60 x Nric) x (1 +0.30) (http://www.roars.it/online/il-d-m-a-v-a-e-laccreditamento-iniziale-delle-sedi-universitarie/).
E' triste e a dir poco preoccupante che un'attività importante e delicata come la valutazione della ricerca e della didattica venga ridotta ad un mero esercizio solipsistico e automatico di numerologia, fatto di definizioni, indici, fattori, formule, algoritmi, correttivi, regolette, dividendi e moltiplicandi. Costringere i docenti a cimentarsi con una tale selva intricata di regole che hanno poco a che fare con il buon senso e con la cultura, spingerli ad un uso così controproducente e perverso della numerologia significa solo allontanarli dalle loro vere e principali attività: l'insegnamento e la ricerca.
Dietro la scelta del fattore Kr potrebbe, però, nascondersi una fine conoscenza linguistica e forse anche un messaggio criptato di pentimento: nella famiglia delle lingue indoeuropee, la radice kr rimanda al verbo "fare" e, secondo alcuni, anche al verbo "piangere" (http://it.wikipedia.org/wiki/Radici_del_protoindoeuropeo). Non a caso, un tale sistema di valutazione non può che fare piangere!
Che i saggi dell'ANVUR, tra ASN, VQR e AVA, si siano fatti prendere la mano dal sistema di cui sono artefici e ormai dediti all'abuso della numerologia tout court, siano costretti a dare i numeri a vita? Per il loro bene e per evitare il rischio di overdose, auspichiamo che qualcuno al Ministero li aiuti a smettere. Ci sarà pure da qualche parte, una comunità per il recupero e la riabilitazione dei numero-dipendenti.
Agli ostinati seguaci dell'ANVUR, a chi propone la numerologia a tutti i costi e ne sostiene oggettività e democraticità, consiglio di riflettere sulle numerose anomalie prodotte dai risultati delle recenti ASN e VQR e suggerisco di leggere l'approfondito intervento di Fabio Siringo, pubblicato di recente su Roars (http://www.roars.it/online/errare-humanum-est-perseverare-autem-diabolicum-a-proposito-di-asn/).

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