sabato 2 novembre 2013

Caro Letta, ASN e VQR stanno stravolgendo la valutazione di università e ricerca: era questo che lei auspicava nel 2007?

Nell'ormai lontano 2007, fui promotore di un appello firmato da centinaia di ricercatori italiani, indirizzato agli aspiranti alla segreteria dell'allora neo-PD, che alla politica chiedevano attenzione e programmazione per università e ricerca. All'appello, tra gli altri, Enrico Letta rispose con prontezza ed entusiasmo (vedi post precedente).
Il nostro appello conteneva quello che Letta giustamente definì un "grido di allarme lanciato da una parte importante del mondo della ricerca italiana". Sono passati sei anni e oggi quel grido si è ormai trasformato nel flebile rantolo di chi sta per soccombere.
Infatti, al contrario dei suoi auspici di allora, la delusione e lo sconforto hanno avuto la meglio. Basti pensare che i fondi pubblici per la ricerca hanno toccato il fondo, mi permetta il gioco di parole: il governo Monti all'ultimo bando Prin 2012 ha destinato 38 milioni di euro, una scandalosa elemosina rispetto ai circa 100 milioni del 2010-2011 e ai ben 120 milioni del 2003! Nulla è stato fatto in seguito per porre rimedio a questo vero e proprio insulto, nulla è stato fatto per aumentare il budget e portarlo ad una cifra che fosse almeno adeguata. In conseguenza, si è prodotta una competizione aberrante, dove anche l'osso del contendere veniva a mancare: solo pochi fortunati si sono salvati, per spartirsi alla fine delle misere briciole. A questo si sommano gli effetti devastanti dei tagli voluti anni prima da Tremonti et al che hanno ridotto progressivamente e drasticamente gli FFO degli Atenei.
Nel 2007, Letta si augurava la nascita dell'Anvur, a suo tempo pensata da Mussi e Modica. Nel 2013, abbiamo sotto gli occhi i risultati dell'Anvur in versione Gelmini & co: un sistema bibliometrico automatico, sia per le abilitazioni scientifiche nazionali (ASN), che per la recente VQR 2004-2010, che fa un uso improprio e aberrante della valutazione (http://www.roars.it/online/no-alla-bibliometria-per-valutare-universita-e-ricerca/).
Un sistema che tende a premiare la quantità a scapito della qualità e che in virtù di questo rischia di produrre giudizi falsati e di invertire i valori in campo. Un sistema volto a confezionare valutazioni guidate, favorevoli soprattutto ai gruppi di potere politico-accademico. Un sistema che all’estero, nei paesi dove l'etica della valutazione è il classico fiore all'occhiello, appare chiaramente inattendibile, se non addirittura risibile; tant’è vero che molti colleghi in USA e in Europa sono rimasti a bocca aperta, quando ne sono venuti a conoscenza.
Proviamo a fare qualche riflessione più approfondita sui risultati della recente VQR 2004-2010, in base ai quali verranno assegnati i fondi alle università e agli enti di ricerca. Chi conosce la ricerca scientifica perché ne è artefice, sa bene che per valutare adeguatamente il lavoro di una struttura dipartimentale o di un ente è necessario e imprescindibile esaminare complessivamente i prodotti di quelle strutture e non solo una piccola parte che non è rappresentativa del totale, come è accaduto in questo caso. Le porto un semplice esempio: il ricercatore Giovanni, su una produzione totale di 30 articoli, ne ha 28 di buono-ottimo livello, ma la VRQ gli impone di presentarne solo 3. Il ricercatore Nando, invece, su una produzione totale di 35 articoli, ne ha solo 3 di livello paragonabile ai migliori presentati da Giovanni, ma gli basteranno. Il sistema della VQR 2004-2010 darà la stessa valutazione a Giovanni e Nando, perché entrambi risultano avere 3 lavori di stesso livello qualitativo, a prescindere dal resto della loro produzione!! Usando un paragone di basso livello, è come se per decidere l'esito di un campionato di calcio si considerassero solo i risultati delle 3 migliori partite di una squadra e non quelli di tutte le partite svolte nel corso dell'intera competizione.
Sarebbero sufficienti anche solo questi presupposti per capire che un siffatto metodo non può essere minimamente rappresentativo del lavoro prodotto da una struttura di ricerca. Forse solo l'Anvur ed il nucleo di valutazione non se ne sono accorti.....In confronto la passata valutazione condotta dal CIVR era un prodotto sopraffino!!!
Ma c'è dell'altro: i punteggi assegnati agli articoli (1, 0.8, 0.5) nella maggioranza dei casi, non sono il risultato di valutazioni oggettive, ma di una normalizzazione dell'Impact Factor (IF) degli articoli stessi rispetto a quello medio della categoria della rivista su cui sono stati pubblicati. E anche questa normalizzazione può produrre grosse anomalie: può capitare che un articolo con basso IF possa ottenere la valutazione massima di 1, perché l'IF medio della sua categoria è molto basso. Ne risulta che lavori pubblicati su riviste mediocri potranno essere valutati meglio di quelli pubblicati su riviste di ottimo livello. Insomma, in generale una VQR condotta secondo tali parametri produce dei risultati falsati e non fa altro che appiattire le differenze o, anche peggio, invertire i valori in campo.
Immaginiamo che in questi anni il punto di vista dell'Onorevole Letta sulla necessità di finanziare in modo adeguato la buona ricerca e di riconoscere il merito non sia cambiato. Sono quelli attuali i risultati che Letta si auspicava 7 anni fa, quando rispose al nostro grido di dolore? Quali misure con ripercussioni positive a breve termine, il suo governo ha attuato, o sta attuando per cambiare rotta, per rimediare a questo scempio?
E 'chiaro che servono fondi pubblici cospicui per finanziare la ricerca e per sbloccare il turn over, allo scopo di ripristinare un livello fisiologico di reclutamento e progressione delle carriere. Ma ciò servirebbe a poco se per identificare il merito e per assegnare le risorse si continuassero ad usare i criteri nostrani e automatici dell'Anvur. E' quindi necessario ripensare al sistema dell'Anvur, per arrivare ad una valutazione seria e non estemporanea dei ricercatori e della ricerca, una valutazione condotta con sistemi equiparati a quelli riconosciuti a livello internazionale, basata su qualità, etica e responsabilità. Con buona pace dell’Anvur e dei suoi fallaci metodi.

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