sabato 23 novembre 2013

Una lettera a docenti, ricercatori, dottorandi e borsisti: non restiamo in silenzio, facciamoci sentire con azioni concrete di protesta

Cari colleghi e amici,
Come sapete bene, la situazione negli atenei e nei centri di ricerca è sempre più grave. Alla cronica e progressiva riduzione dei finanziamenti, ora si è aggiunta la cancellazione del Prin 2013 e la competizione, già molto serrata, sta diventando un gioco al massacro dove gruppi anche produttivi rischiano di essere spazzati via.
Come se non bastasse, a tutto ciò si sono sommate le ripercussioni dovute all'uso della bibliometria automatica e quantitativa dell'Anvur, per valutare università, enti di ricerca e ricercatori. Sono sotto gli occhi di tutti i risultati aberranti della recente della VQR. Per non parlare delle ASN con le maree di candidati che si sono presentati, con le commissioni nel caos e con risultati che non rispecchiano necessariamente qualità e originalità della ricerca dei candidati. E che ne dite della storia delle mediane per selezionare coordinatori del dottorato e relativi membri della giunta?
Le mediane stanno diventando una pericolossissima arma impropria finalizzata ad una vera e propria "eugenetica" della ricerca. E' chiaro che quelli che si ritrovano avvantaggiati dal sistema Anvur siano un po' recalcitranti a spingere per modificarlo o abbandonarlo del tutto. Ma io credo che, al di là del tornaconto personale, bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di ammettere che la valutazione non è questa e che questo sistema non può altro che accelerare il declino totale di università e ricerca.
Su questi e altri argomenti ho scritto una lettera aperta che è stata pubblicata di recente su Europa (http://www.europaquotidiano.it/2013/11/11/caro-letta-universita-e-ricerca-sono-ancora-figlie-di-un-dio-minore) e sul blog Roars (http://www.roars.it/online), un sito che vi consiglio di consultare in quanto strumento di informazione molto utile per tutti noi.
Segnalo inoltre un interessante articolo apparso esattamente due anni fa sempre su Roars, dove Jacopo Meldolesi con una seria e approfondita analisi metteva a nudo i vari difetti della bibliometria dell'Anvur (http://www.roars.it/online/valutazione-della-ricerca-in-biologia-e-medicina-si-puo-fare-anche-per-bene). Jacopo Meldolesi aveva previsto con un certo anticipo i problemi che si sono creati oggi in seguito all'uso selvaggio delle mediane e vedeva come possibile un altro tipo di valutazione, sicuramente più affidabile e oggettiva di quella partorita dalle menti eccelse dei sette saggi dell'Anvur. Purtroppo le cose sono andate diversamente.
Oggi quando parlo con molti di voi, noto un enorme senso di rabbia e delusione, che però sfocia in una triste rassegnazione che sta avendo il sopravvento: si accetta tutto senza fiatare e si pensa solo a sopravvivere. Un domani accetteremo anche di pulire i gabinetti, se questo ci sarà imposto dal rettore o dal ministro di turno.
Come siamo arrivati a questo punto? Non credo sia giusto, nei nostri confronti ma soprattutto per i più giovani. Dobbiamo reagire e pensare a delle forme concrete e vivaci di protesta, allo scopo di ribaltare questa situazione di degrado.
Io credo che l'unico modo che abbiamo per essere presi in considerazione dal governo sia di bloccare lauree ed esami. Alcuni colleghi dicono che si penalizzerebbero gli studenti. Ma gli studenti sono già gravemente penalizzati dalle condizioni in cui si trovano università e ricerca pubbliche, dovrebbero capire che protestiamo anche per loro.
Nel frattempo, credo sia il caso di ravvivare la petizione contro l’uso della bibliometria, che avevamo aperto a giugno scorso: ecco il link, diffondetelo anche tra i giovani http://www.petizioni24.com/forum/60788#1
Un saluto a tutti, Patrizio Dimitri

Nessun commento: