mercoledì 30 gennaio 2008

Il fallimento di Mussi, l'imperatore "nudo", di Patrizio DImitri

La crociata politico-mediatica contro i docenti della Sapienza ci ha distolto dai mali che affliggono l’università e la ricerca scientifica. Ora che il governo è caduto per la “vendetta dei Mastelloidi”, è buio pesto. L’ex- ministro di università e ricerca, Fabio Mussi, si dedicherà a tempo pieno alla “sinistra democratica” o sarà riesumato da un ipotetico governo tecnico? A parole Mussi è stato bravo, ma giudicando dai risultati, miseri anche per Luciano Modica, che è stato il suo sottosegretario, temo che l’università e la ricerca non siano mai state in cima ai suoi pensieri. Poco ha fatto per evitare i tagli delle finanziarie 2006 e 2007 che hanno desertificato le già magre risorse economiche e umane, mentre le tante, troppe, riforme annunciate venivano fagocitate dalla loro stessa enfasi normativa, creando il tragico stallo che conosciamo bene.

Purtroppo per lui, Mussi è stato il primo responsabile delle inefficienze burocratiche e delle lentezze pachidermiche del suo Ministero. Perché, affrontare contemporaneamente una massa di problematiche complesse, quando sarebbero stato preferibile assegnare delle priorità? Gli esempi che riepilogano il fallimento non mancano: la tanto sbandierata agenzia di valutazione di università e ricerca (Anvur) è ancora in fieri e così pure le nuove e controverse norme per il reclutamento dei ricercatori; i concorsi per professore e ricercatore sono stati bloccati e si è scelto in extremis di bandirne altri con le vecchie e criticate norme, in attesa che sia approvato (se mai lo sarà) il nuovo regolamento; il nuovo fondo di investimento per la ricerca scientifica e tecnologica (First) non si sa quanti e quali fondi avrà. Senza scordare il mancato riordino della docenza, il tentativo di revisione dei corsi di dottorato e l’ultima preziosa "la perla" del “docente equivalente”. Per non parlare, poi, del ritardo con cui è uscito il bando per i progetti di ricerca di interesse nazionale (Prin); un fatto molto grave che ha complicato ulteriormente il lavoro di tanti di noi, creando sensazioni di incertezza e sconforto nel mondo della ricerca pubblica. Sensazioni consolidate dal fatto che, secondo voci di corridoio, i progetti non sarebbero ancora stati assegnati ai revisori, a ben 3 mesi dalla scadenza della presentazione delle domande! Ricordo bene che Luciano Modica, in una riunione tenutasi ad Ottobre scorso, presso Il Dipartimento di genetica e Biologia Molecolare della Sapienza, disse che l’obiettivo era espletare tutta la procedura di valutazione delle domande per l’inizio del 2008, una dichiarazione di intenti che già allora, vista la nota “efficienza” della macchina ministeriale, suonava come una barzelletta!

Adesso che il governo è caduto, che ne sarà di tutte le riforme abbozzate e rimaste sospese nel sonnolento limbo della burocrazia ministeriale? Il timore è che sia stato tutto tempo sprecato. E pensare che Salvatore Settis, direttore della Scuola normale di Pisa, non più di 20 giorni fa, aveva criticato il governo “impotente” e di fatto assolto Mussi. Settis arrivava addirittura ad attribuire a Mussi “grande lungimiranza” e non è nuovo a questi elogi nei confronti del ministro. Su Repubblica del 5 settembre 2007 aveva già scritto: “ Il Corriere ha pubblicato un articolo di Mussi che non lascia dubbi sulla sua determinazione ad agire” e ancora " E' lecito sperare nella cultura e nell'intelligenza politica del ministro Mussi". Purtroppo per noi, mai parole furono meno lungimiranti, visti i risultati.

Non potendo rispettare gli impegni del governo su università e ricerca, Mussi per coerenza, avrebbe dovuto dimettersi, come annunciato in un intervista del 27 luglio 2006 al Manifesto. Disse allora l’ex ministro "Nessuno si aspetta miracoli e abbondanza, ma se l'Italia, di fronte all'esplosione globale della spesa in ricerca e formazione superiore, annuncerà provvedimenti di definanziamento della ricerca, si tratterebbe di un'altra politica rispetto a quella con cui il centrosinistra si è presentato agli elettori. La si potrebbe fare, ma in quel caso ci vorrebbe un altro ministro.”

Invece, Mussi è rimasto e ha preferito vedere una falsa realtà, vivere alla giornata, lanciando proclami trionfalistici e grotteschi. Uno dei suoi tanti cavalli di battaglia è stato il famoso “Patto per l’Università e la ricerca” firmato insieme a Padoa-Schioppa a settembre scorso. Una sorta di “patto col diavolo”, visto che ha avuto l’unico effetto di “dannare” l’Università. Infatti, l’ultimo comunicato della CRUI ci dice che la situazione è drammatica: “Tenuto conto dei tagli, della mancanza del finanziamento per l’edilizia, degli oneri per gli incrementi stipendiali, il Fondo incrementale di 550 milioni di euro, al netto del riallineamento tra il 2007 e 2008, si è letteralmente volatilizzato e il saldo finale diventa addirittura negativo”.

In realtà, come nella fiaba “I vestiti nuovi dell’Imperatore” di Andersen, Mussi era “nudo” (solo metaforicamente, per nostra fortuna), ma ha fatto credere a se stesso e agli altri di indossare vesti magnifiche. "Ormai devo condurre questa parata fino alla fine". E così si drizzò ancora più fiero, mentre i ciambellani lo seguivano reggendo uno strascico che non c'era”.

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