lunedì 14 gennaio 2008

Il papa alla Sapienza: lettera di Sergio Pimpinelli al Rettore Guarini.

Pubblico volentieri una lettera del collega Sergio Pimpinelli, direttore del Dipartimento di Genetica e Biologia Molecolare "Charles Darwin" della Sapienza, che interviene sulla questione del papa alla Sapienza, ormai ingigantita dai mass media.


Caro Rettore

Premetto che con queste poche righe voglio esprimere alcune
considerazioni che meriterebbero un'analisi più vasta e approfondita,
ma in questo momento sento l'urgenza e il dovere morale di
intervenire sulla questione dell'inaugurazione dell'anno accademico.
Voglio esprimere la mia piena solidarietà ai docenti firmatari e la
mia piena adesione al contenuto della loro lettera riguardo l'invito
al Papa per l'inaugurazione dell'anno accademico. Voglio anche
esprimere la forte indignazione per la canea che si è instaurata nei
mass media e nel mondo politico in maniera apparentemente
irrazionale, ma che ritengo in malafede, da parte di tromboni,
trombette e zufoli culturalmente asfittici. Se ne sono lette e
sentite di tutti i colori su un argomento che obbiettivamente non
meritava tale risonanza data la situazione realmente mefitica in cui
stiamo vivendo attualmente e sulla quale bisognerebbe riflettere in
maniera seria (vedi il problema spazzatura, la tragedia della
Tyssen su cui già non si riflette più anche se questo avrebbe dovuto
maciullare le nostre coscienze in maniera indelebile, oppure il
problema della prostituzione per le strade che in nome dell'iprocrito
concetto di stato etico, nell'elaborazione del quale la chiesa non è
certamente estranea, ci induce a vivere una situazione di degrado
estremo come segno di profonda inciviltà).

Ritornando all'evento in questione, la peggiore mistificazione che
ricorre in questo guazzabuglio mediatico è che si vorrebbe censurare
il Papa.

NON MI PARE CHE IL PAPA SUBISCA ALCUN TIPO DI CENSURA COME DIMOSTRATO
DALLA SUA ONNIPRESENZA QUOTIDIANA IN TUTTI I MASS MEDIA.

LA LETTERA MI PARE SIA SEMPLICEMENTE UNA CRITICA AL RETTORE PER
L'INVITO CONSIDERATO INOPPORTUNO DATE LE NOTE POSIZIONI DEL PAPA
SULLA SCIENZA CHE CONTRIBUISCONO AD ACCENTUARE IL DIFFUSO
ATTEGGIAMENTO ANTISCIENTIFICO CHE SI RESPIRA IN ITALIA E CHE CI RENDE
UNO DEI PAESI PIÙ ARRETRATI DEL MONDO OCCIDENTALE IN MOLTI SETTORI
DELLE BIOTECNOLOGIE , ENERGIA ETC..

Voglio inoltre aggiungere che considero l'invito inopportuno anche
perché rivolto ad un capo di stato straniero il quale, tanto per
gettare un sasso nel mare di ipocrisia pelosa che ci sta sommergendo,
secondo i parametri canonici di democrazia, è basato su un sistema di
potere antidemocratico e religioso.

Se questa iniziativa dipende da una strategia che punta a dare una
malintesa visibilità alla Sapienza mediante la partecipazione di
guest stars, per cui una volta viene invitato un cantante a
recitare poesie, un'altra volta il Papa e poi magari qualche star del
calcio o del wrestling, l'iniziativa ha avuto successo!
Tutto questo sarebbe però ancora più doloroso in quanto
significherebbe che anche l'Università, l'ultimo baluardo del sapere
e della razionalità, e per questo profondamente laica e libertaria,
è franato sotto i colpi della mediocrità, superficialità e cinismo
che caratterizzano il modello di convivenza civile attuale,
perdendo quindi definitivamente la sua funzione di risorsa a cui
attingere per superare il buio culturale e comportamentale che
colpisce le società nei periodi di crisi come quello attuale.
Mi dispiace ammetterlo, ma ho il forte sospetto che sia proprio così
per responsabilità dell'attuale gestione del nostro Ateneo che ha
causato e sta causando, come ho già espresso in occasione di altri
eventi , non pochi problemi a chi spende la sua vita lavorando in
mezzo a mille difficoltà all'interno dell'Università.
Un'ultima riflessione, poiché non tutto il male viene per nuocere,
speriamo che questa iniziativa, avendo dato grande visibilità alla
Sapienza, possa mantenere il nostro ateneo sotto i riflettori mass
mediatici e questo possa contribuire a migliorare i comportamenti
istituzionali di tutto il mondo accademico.

Ti chiedo scusa per queste poche e frettolose considerazioni che
spero possano suscitare un dibattito più approfondito essendo
l'Università il luogo ideale per la formazione di serie e
approfondite riflessioni sul rapporto tra Scienza e Fede, Scienza e
Società, Scienza e (ahinoi!) politica.

Cordiali Saluti
Sergio Pimpinelli

1 commento:

tubingen92 ha detto...

Se anche Ratzinger dovesse sostenere che il processo a Galileo del 1633 annus domini (!) è stato ‘ragionevole e giusto’, meriterebbe una risata. Non una lettera di protesta. La risata in questo caso se la fanno in Vaticano. Non credo pertanto che la protesta dei docenti fosse necessaria, così come non credo fossero necessarie le scuse del precedente Papa, a nome della Santa Romana Chiesa, proprio per il medesimo processo e condanna inflitta a Galileo quattro secoli fa.

Il pensiero e i discorsi del Papa non dovrebbero allarmare i non credenti (come il sottoscritto). Non è certamente colpa della dottrina della Chiesa se la maggioranza degli studenti italiani, sulla base di un recente sondaggio, non sa che la terra ruota intorno al sole. Si potrebbe forse dire che la responsabilità sia più dei professori che dei cardinali. E magari potremo anche domandarci come mai i nostri migliori scienziati si trovino tutti all'estero, in Università dalle quali vincono i premi Nobel.

Alberto Quartaroli