sabato 19 gennaio 2008

Chi sono i veri intolleranti?

Inserisco un mio articolo pubblicato venerdì su Epolis-Roma a commento della vicenda Sapienza-Papa. Ribadisco e perfeziono qualche concetto che ho già espresso nel blog, mi perdonerete:repetita iuvant!


Era una Sapienza blindata quella di giovedì 17 gennaio 2008, circondata dalla polizia, strade limitrofe chiuse, accesso limitato al personale e a studenti muniti di tesserino, un clima da colpo di stato. La lettera inviata al Rettore da alcuni colleghi della Facoltà di Scienze che mettevano in discussione la presenza del Papa all’inaugurazione dell’anno accademico della Sapienza, è stata strumentalizzata scatenando una crociata mediatica senza precedenti che ha azzittito le voci fuori dal coro. Gli unici che hanno potuto esprimersi in modo da ripristinare una certa equità di giudizio sono stati Stefano Rodotà e Paolo Flores D’arcais.

Il pontefice “martire” ha deciso di non partecipare all’evento e..apriti cielo: un unico grande partito trasversale di politici e giornalisti vomita livore antiscientifico e al grido di “il Papa non si discute si ama”, vuole mandare al rogo i firmatari della lettera, i nuovi eretici che hanno “azzittito” il povero Pontefice. Gasparri di AN chiede epurazioni, forse anche purghe o deportazioni. Il “cardinal Veltroni” dice "Mai può accadere che l'intolleranza tolga la parola”. “Inammissibili manifestazioni di intolleranza” commenta Napolitano. “Per colpa di qualche decina di sprovveduti, mediocri docenti, impiegati frustrati della docenza, apprendisti stregoni di cose più grandi di loro, l’Italia annuncia al mondo che la sua civiltà e tolleranza è scesa a questo”, vaneggia in modo offensivo e rozzo il direttore di Europa, Stefano Menichini. “Gesto di intolleranza e paura”, enfatizza con toni catastrofici Ezio Mauro su Repubblica. Ma quale intolleranza e paura? Nessuno dei docenti, gente seria e competente, ha sbarrato le porte della Sapienza al Papa, è stato solo espresso un lecito dissenso. Non c’è ostracismo a priori verso il pontefice, che potrà visitare la Sapienza in qualsiasi altra occasione, per un contraddittorio aperto. Nessuno gli ha messo la mordacchia, trattamento riservato dalla Chiesa agli eretici, ricordate Giordano Bruno? Il Papa, infatti, diffonde il suo “verbo” urbi et orbi, come e quando vuole, intervenendo a ruota libera su qualsiasi argomento. Ma l’inaugurazione dell’anno accademico di un’università statale è un evento laico e tale deve rimanere. Il dissenso è quasi scontato, se si invita a tenere la lectio magistralis un papa che non ha mai fatto mistero di posizioni eufemisticamente “chiuse” sulle questioni scientifiche, dalle cellule staminali all’evoluzione biologica. Il Rettore avrebbe dovuto prevedere gli effetti del suo maldestro invito, ma se voleva diffondere l’evento, c’è riuscito alla grande.

Stranamente, del violento sdegno bipartisan esploso in questi giorni non c’è mai traccia quando si tratta di denunciare corruzione e nepotismo. Chissa perchè? Purtroppo, viviamo in un paese di stampo borbonico, dove si muore ancora sul lavoro e i governanti hanno sempre ragione. Non si può più dissentire nei confronti del potere, ma solo allinearsi, a capo chino e subire in silenzio. Siamo tornati indietro di secoli.

5 commenti:

Michela Passini ha detto...

Già da qualche tempo volevo farle i complimenti per il blog.
Le manifestazioni di sdegno di certa sinistra di fronte ai fatti della Sapienza mi hanno lasciato un'impressione penosa. Non c'è stato un solo uomo politico che abbia saputo affermare con pacatezza, ma anche con fermezza, che l'invito rivolto al papa era semplicemente inopportuno.
Si parla di laicità come della possibilità di un dialogo sereno tra diversi modi di sentire, non tenendo conto però che l'enorme potere di influenza che la chiesa cattolica ha nel nostro paese la pone da subito su un piano diverso da quello del confronto ad armi pari, tollerante appunto.

Patrizio Dimitri ha detto...

Michele, la ringrazio. Sono contento che le piaccia il blog, spero che si animi un po' di più.

Per fortuna qualche commento serio ed equilibrato è venuto da Stefano Rodota o Flores D'arcais, ma dai politici solo condanne per l'intolleranza o dichiarazioni equidistanti, con l'eccezione di qualcuno appartenente alla sinistra cosiddetta "estrema".

Michela Passini ha detto...

Anche l'articolo di Scalfari sulla Repubblica di oggi è interessante.
Spero anch'io che il blog si animi: credo che molti di noi sentano il bisogno di uno spazio come questo.

Patrizio Dimitri ha detto...

E ' vero Michela, anche Scalfari analizza la situazione in modo approfondito, anche se deve comunque prendere un po' le distanze dalla lettera dei docenti "contestatori".
Cercherò di animare il blog inserendo al più presto l'indirizzo web dove raccogliere le adesioni a sostegno dei docenti "messi alla gogna". Sembra che già ce ne siano centinaia.......

Michela Passini ha detto...

Sono d'accordo con lei: la parte migliore del pezzo di Scalfari è la critica, molto seria mi sembra, al "vicario del vicario" e ai tanti atei devoti che ieri si sono affrettati a rispondere all'appello di Ruini.
Sono rivoltata dall'atteggiamento di Mastella, che ha utilizzato la vicenda per coprire la sua débâcle giudiziaria: come se i cattolici fossero perseguitati in questo paese!
Intanto, come ha scritto anche lei, i problemi della ricerca sono passati in secondo piano.